giovedì 15 settembre 2016

Trovare un marito a 38 anni

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Per una donna nubile è ancora possibile trovare un marito a 38 anni? La risposta è sì: anche una donna trentottenne può trovare un coniuge, ma affinché il matrimonio sia felice è importante selezionare con cura il futuro sposo.



Dagli scritti di Don Federico Tillmann.


Se arduo passo è quello del matrimonio, se importantissima è la buona riuscita di esso per il bene temporale ed eterno dei coniugi e della prole, come per quello della società umana, sarà grave dovere quello di effettuare una consapevole ed accurata preparazione ai doveri ch’esso comporta e di determinarsi inoltre alla scelta dopo ponderata riflessione.

La migliore preparazione per un matrimonio felice è una gioventù trascorsa in purezza, nel corso della quale il futuro sposo si sia andato abituando alla disciplina e al dominio di sè. Il giovane moralmente e religiosamente fondato e maturato porta con sè la garanzia di diventare buon marito e buon padre, così come la giovane seria e pia sarà domani una sposa e una madre secondo il cuore di Dio. Sarà loro possibile di educare i figli in modo che siano a loro volta dei buoni cristiani, instillando in essi insieme con l’amore di Dio anche un affetto illuminato per lai patria e per i propri connazionali.

L’atto più importante della preparazione prossima al matrimonio è, come ovvio, la scelta accurata del coniuge, scelta in cui dovrà tenersi conto delle qualità di salute, della cultura e della posizione sociale; elementi tutti che concorrono per una unione felice e non si possono senza pericolo trascurare. Per quanto l'inclinazione del sentimento possa essere forte, tuttavia casa non deve accecare così da non consentire la visione dei difetti e delle manchevolezze, anzi quando seri inconvenienti si rivelino essa dovrà cedere per il bene vero di ambe le parti. 

(...)

Perchè l’unione possa essere veramente intima e profonda dal lato spirituale, la Chiesa in linea di principio riprova il matrimonio tra persone di fede diversa; solo lo consente, tollerandolo, quando vi siano motivi gravi e sia assicurata la celebrazione del matrimonio cattolico e la cattolica educazione della prole. In tali unioni manca quello che è il presupposto di una completa intimità di sentire: quando i coniugi non sono uniti nei sentimenti più profondi, nella fede comune, non può sorgere una società coniugale santa ed eletta secondo il modello della unione di Cristo con la Chiesa. L’esperienza di ogni giorno dimostra poi che in tali unioni manca per la educazione dei figli quella vitale forza religiosa e quel calore che sono necessari: ed è ancora quotidiana constatazione che in tali matrimoni sorgono presto attriti (...) e difficoltà o rimpianti che spesso conducono alla disarmonia nella convivenza e sono causa di tormento spirituale per ambo le parti. 

I fidanzati cristiani trascorreranno il periodo del loro fidanzamento in purezza, in preghiera, ricevendo i Sacramenti nell’intento di prepararsi al matrimonio. Se in questo tempo, invece della stima e del rispetto reciproco, dovessero sorgere sfrenatezza e disistima, sarà con ciò minata la base della futura felicità. La fidanzata che non si sente sicura contro la passionale violenza del futuro sposo e si vede privata di quel rispetto di cui ha diritto, non può aspettarsi nello stato coniugale da parte di lui quel delicato riguardo e quella padronanza dei sensi, che sono indispensabili per la felicità del matrimonio. 


(Brano tratto da "Il Maestro chiama - Compendio di morale cristiana", di Don Ferederico Tillmann, traduzione di Don Carlo Colombo, Morcelliana, 1940).

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